2021
Il restauro di un Pleyel salvato dalla distruzione
Se c’è una cosa che dà soddisfazione nel nostro lavoro è riportare alla vita un vecchio pianoforte. Ma se il pianoforte è stato – letteralmente – salvato dalla distruzione, allora la soddisfazione è doppia.
È il caso di questo Pleyel a mezza coda del 1907, un esemplare unico anche per le soluzione tecniche adottate (una meccanica a molla unica, un sistema che sarebbe stato da lì a poco abbandonato da Pleyel per passare alla molla Hertz).
Il pianoforte giaceva abbandonato in un oratorio a Carate Brianza. Era mezzo smontato, senza gambe e gli operai che stavano facendo una ristrutturazione lavoravano mettendocisi sopra, calpestandolo, usandolo come base. Il passo successivo sarebbe stato portarlo in discarica.
Per fortuna però, l’attuale proprietario – che sapeva da sempre dell’esistenza di quel piano – è intervenuto: troppi ricordi della sua infanzia, di quando da bambino frequentava l’oratorio, erano legati a quel Pleyel e assistere alla sua distruzione non era accettabile.
Giunto nel nostro laboratorio, il Pleyel ha conosciuto un restauro radicale. Dopo averlo smontato interamente abbiamo riverniciato il telaio in ghisa, che ritrovato la sua doratura, riparato e rimesso in forma la tavola armonica, rivisto i ponticelli, cambiato le corde. La martelliera, ancora discreta nella sua parte meccanica, è stata fatta rifeltrare. Poi il mobile è stato interamente restaurato, con verniciatura a gommalacca a tampone.
Qui alcune fasi del restauro
Il sistema a molla unica – davvero unico e utilizzato solo da Pleyel – rende la regolazione davvero complicata: un procedimento lunghissimo che richiede un’enorme pazienza. Ma il risultato è comunque ottimo: alla fine, con attenzione e cura, si ottiene dallo strumento un’action e una risposta al tocco paragonabili a quelle di uno strumento moderno.
Per mostrarvelo in azione ho approfittato della presenza di Luca Zilianti, un giovane e bravissimo pianista, a sua volta proprietario di un bel pianoforte Playel, che è passato a “salutare” questo pianoforte ultracentenario e che si è molto gentilmente prestato, senza preavviso, a suonarlo per noi e voi.
A lui vanno i nostri ringraziamenti. Al proprietario del pianoforte va invece un ringraziamento ancor più grande, per avere avuto la visione, l’intraprendenza e il coraggio di salvare questo oggi bellissimo strumento dalla discarica.